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WELLBEING

Benessere organizzativo: una leva per la competitività aziendale

Se le persone stanno bene, lavorano meglio. E indovina chi ci guadagna? Ecco un articolo che parla di benessere organizzativo e di come promuoverlo.

DI Luca Sesini / novembre 2025

Benessere organizzativo: una leva per la competitività aziendale
8:12

VAIIIII

Cosa hanno in comune salute, crescita, produttività e successo?

Nel mondo delle imprese, tutto.

Questo articolo si pone un obiettivo molto preciso: convincerti (se ancora non ci credi) che alla base del successo di un’organizzazione troverai sempre un ambiente che promuove il benessere delle persone.

Iniziamo!

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CHE ASPETTI?

1. Perché bisogna promuovere il corporate wellbeing

Benessere organizzativo, corporate wellbeing, wellbeing.
A prescindere da come lo chiamiamo, il punto rimane: il successo di un’impresa dipende sempre dal benessere dei collaboratori che la portano avanti.

E non lo diciamo solo noi.
Secondo l’Employer brand research 2025 di Randstad, il 36% dei lavoratori italiani ha recentemente cambiato impiego o intende farlo nel breve periodo, spesso a causa di un ambiente di lavoro negativo.

In effetti, chi vorrebbe un team felice e motivato, quando può contare su assenteismo, basso coinvolgimento e turnover, giusto?

Ma il benessere organizzativo non si raggiunge con la macchina aziendale e il bonus di fine anno: è un insieme di iniziative che cooperano per garantire la salute mentale, il benessere fisico e il work life balance.

Se uno di questi elementi viene meno, ne risente la produttività stessa di un'impresa.

2. Se le persone stanno bene, restano

Questa è la regola alla base dell’interesse verso il wellbeing.

Salvo casi eccezionali, una persona soddisfatta e felice difficilmente abbandona il proprio posto di lavoro per cercarne un altro. 

Al contrario, un collaboratore stressato, insoddisfatto e a un passo dal burnout valuterà più volentieri nuove prospettive.

Ed ecco che arriviamo al punto: il benessere come leva di employee engagement.

Un ambiente di lavoro che tiene al benessere delle persone le porta a sentirsi meglio e più apprezzate, il che si traduce in un maggiore coinvolgimento verso la crescita dell'impresa per cui si lavora.

Ne abbiamo parlato anche nell’articolo “Employee engagement: cos’è e come analizzarlo”. 

Ma come si promuove il wellbeing sul luogo di lavoro?
Partendo da un’analisi dell’attuale livello di benessere organizzativo.

Benessere organizzativo

3. Le metriche per misurare il corporate wellbeing

Non vedi l’ora di sapere come fa un’organizzazione a favorire un clima disteso e produttivo? Con calma, ci arriveremo.

Prima di svelarti tutti i trucchi, approfondiamo qualche metrica utile per capire dove si trova la tua impresa ad oggi e, di conseguenza, cosa bisogna fare per migliorare il benessere organizzativo.

La prima attività da svolgere è un report sulla qualità delle conversazioni in impresa.
Studiare quel rumore di fondo ci regala informazioni sul clima aziendale come: 

  • se le sessioni di confronto hanno una funzione puramente burocratica, o aiutano realmente a far crescere le persone;
  • se il clima lavorativo è davvero coinvolgente e favorisce la condivisione di idee.

Un altro dato utile da considerare è la richiesta di formazione.

Se le persone vivono in un contesto dove sentono di poter crescere professionalmente, allora l’impresa percepirà un interesse attivo verso l’apprendimento. 

In caso contrario, forse c’è qualcosa che non sta andando nel verso giusto.

Il dato numero tre è il tasso di collaborazione spontanea, ma questo te lo spieghiamo nel nostro articolo “Corporate wellbeing: i tre dati a cui dovresti prestare attenzione”.

4. Benessere fisico e mentale: ecco perché migliorarli

Pensiamo a cosa significa “stare bene” per una persona

Intendiamo fisicamente, quindi niente cervicale, stomaco a posto, sonno tranquillo? Oppure ci riferiamo all’assenza di stress e alla felicità? 

Come starai immaginando anche te, stare bene riguarda entrambi i casi.
Il wellbeing è sia una questione di mente, che di stato fisico

Per questo motivo, un’impresa (e una persona) che si dedica a promuovere il benessere deve concentrarsi tanto sul fisico quanto sulla salute mentale. 

Partiamo dal corpo.

Abbonamenti e convenzioni con strutture sportive, o piattaforme di formazione dedicate alla salute (come la nostra Academy Tuttobene), sono alcune delle iniziative che un’organizzazione può considerare.

Ma anche tu, nel tuo piccolo, puoi fare la tua parte: nel nostro articolo su come proteggere il benessere fisico a lavoro trovi diversi consigli da mettere quotidianamente in pratica.

E per il benessere mentale?

Come sai, promuovere la salute psicologica impedisce alle persone di andare in burnout, ma cosa succederebbe se si intervenisse prima che una persona stia così male?

Accade che quella persona si senta bene e, sentendosi bene, sia più produttiva.
Più facilmente rimarrà in azienda nel corso del tempo e meno di frequente si dovrà assentare per risolvere gli effetti dello stress da lavoro. 

Un’impresa che promuove la salute mentale è, ancora una volta, un’impresa che funziona.

Ci sarebbe tanto altro da dire su questo tema: trovi un approfondimento nell’articolo “I vantaggi della salute mentale sul lavoro”. 

Benessere organizzativo

5. Work life balance: tra casa e lavoro c’è solo il tragitto?

Il terzo punto da affrontare quando parliamo di benessere organizzativo è il work life balance.

Pensa quante volte tu o uno dei tuoi colleghi avete rinunciato a un impegno personale per un imprevisto lavorativo, o quanto di frequente una mail dopo l'orario di lavoro ha rovinato una serata di stacco. 

Quando il lavoro interferisce nella vita privata, il rischio che il benessere ne risenta è alto

Trovare un equilibrio tra la sfera personale e quella lavorativa è importante per le persone, motivo per cui le organizzazioni devono fare la loro parte per evitare che il lavoro ci segua anche a casa.

6. Consigli pratici per un ambiente di lavoro produttivo

Le persone felici lavorano meglio e un aumento della produttività stimola la crescita di un’impresa. 

Insomma: nel promuovere il wellbeing, finisce che vincono tutti.

Rendere un ambiente di lavoro produttivo si traduce nell'assicurare un clima e dinamiche interne che favoriscono (o quantomeno, non peggiorano) il benessere delle persone.

Da dove si parte? Migliorando, per esempio, l’ambiente fisico. 

L’intervento più semplice è mantenere la scrivania in ordine, che può aiutarti a organizzare meglio le attività. 

L’impresa, dal lato suo, può progettare gli uffici adattandoli alle necessità delle persone, in modo che ogni incarico possa essere svolto senza interruzioni evitabili.

E ora altri tre consigli.
Anzi no: te li lasciamo nell’articolo su come migliorare l’ambiente di lavoro.

Solo perché non vogliamo fare spoiler, ovviamente.

Benessere organizzativo

7. Tuttobene: la soluzione di DD per il benessere organizzativo

Arrivati qui, abbiamo incrociato davvero tanta teoria.

Promuovere il benessere organizzativo vuol dire analizzare i dati giusti e progettare iniziative dedicate sia al benessere fisico che al benessere mentale

E vuol dire anche assicurarsi una cultura aziendale che rispetta il limite tra il tempo da dedicare all’ufficio e quello dedicato a se stessi. 

Ma per ottenere tutti questi risultati è fondamentale che tutti siano consapevoli di quanto è importante il benessere e cosa vuol dire migliorarlo. 

Come si fa? Per esempio, utilizzando una piattaforma di formazione che guida le persone nel vasto mondo del wellbeing. 

Magari, una che applica le logiche del gaming per evitare che l’attenzione delle persone cali alla seconda puntata. 

E magari, una che permette la fruizione sia da app che da desktop, in modo che tutti possano utilizzarla comodamente.

Una soluzione di questo tipo ti incuriosisce?
Ottimo! Allora che ne dici di dedicare due minuti per approfondire Tuttobene, la piattaforma di DD dedicata alla formazione sul benessere?

Contiene già trecento contenuti in formato video e podcast per parlare di salute a 360°, ma c’è molto altro da scoprire.

Provare non costa nulla! Clicca qui per la demo di Tuttobene.

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CHI L’HA SCRITTO?

Luca Sesini
Luca Sesini

Da sempre sotto la Madonnina, ma con il sogno nel cassetto di aprire la finestra sul fruscio delle onde. Laurea in copywriting, anche il master: alla fine, era sicuro che la scrittura sarebbe stata compagna di giochi (e di vita). Oltre a questo? Aperitivi, un po’ di Elvis e ridere come medicina quotidiana.

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