Tentacle Magazine

Digital transformation: tanta voglia di lei

Oggi tutti possono essere digitali: nell'era della digital revolution, la diversità generazionale guiderà le imprese sulla strada del next normal.

DI Andrea Cioffi / giugno 2024

Con un po’ di autoironia e in onore di una colonna portante dei Pooh mancata di recente, potremmo contestualizzare uno dei loro versi più celebri in “Mi dispiace di svegliarti, digitale non sarai”. Ma non sarebbe vero, perché per essere competitivi nell'era dell'economia digitale non è mandatorio essere nativi digitali. 

Pablo Picasso sosteneva che per diventare giovani serve una vita e, dunque, anche le generazioni immigrate digitali (Boomers e X) possono essere visionarie.

Come? Il peso dell’esperienza può essere sinonimo di pensiero critico, oggi fondamentale per delineare implicazioni manageriali vincenti.

1. La pervasività del digitale nelle dinamiche competitive

La maggior parte delle persone, se si osservasse nella propria dimensione di consumatore, potrebbe riconoscere uno spiccato orientamento al digitale.

Molte attività, impensabili solo fino a qualche anno fa, sono ormai all'ordine del giorno: lo showrooming e il webrooming come nuove dinamiche integrate per lo shopping o il peer-to-peer come leva informativa a supporto delle scelte di consumo.

Tuttavia, se le stesse persone facessero lo stesso esercizio introspettivo ma con riferimento alla propria dimensione lavorativa, molto probabilmente scoprirebbero un lato di se stessi meno evoluto. Dopotutto, la maggioranza dei CXO di oggi ha costruito la propria carriera in un’età pre digitale e non penso potesse immaginare dei cambiamenti così repentini e invasivi nelle dinamiche competitive.

Quindi, perché liberare tempo dalla produzione e analisi dei numeri per approfondire le tendenze tecnologiche o per lo sviluppo di abilità nella virtual communication?

Basti pensare che nel 2007 Steve Ballmer (CEO di Microsoft) non riuscì ad intravedere l’enorme potenziale rivoluzionario dell’Iphone. Il lento e doloroso fallimento di Blockbuster si è addirittura tradotto in un nuovo termine manageriale, Blockbuster Moment, per descrivere l’eccessiva focalizzazione sul presente a scapito della visione futura.

2. Nuove forme di valore, tra pensiero critico e differenze generazionali

I primi vent’anni del nuovo millennio sono stati caratterizzati da una frenetica accelerazione verso la digitalizzazione con tanti successi e altrettanti insuccessi. Gli errori possono essere una formidabile base di apprendimento se chi li osserva ha sviluppato l’abilità del pensiero critico, un'abilità che per essere allenata richiede esperienza.

Il pensiero critico è necessario per incanalare il potere distruttivo e creativo della digital transformation nello sviluppo di nuove forme di valore che possano perdurare - come direbbe Gary Hamel - più della vita di una farfalla e almeno quanto la vita di un cane.

Oggi tutti possono essere digitali e forse la chiave di lettura per un futuro caratterizzato da innovazioni sostenibili è da osservare nella diversità generazionale, per combinare la vicinanza al futuro delle generazioni native digitali con il pensiero critico delle generazioni immigrate digitali.
Tutti gli articoli contenuti in questa prima edizione di Tentacle Magazine rappresentano un insieme di riflessioni senza età e chiunque può seguirle e metterle in pratica, meglio se in team diversificati.

3. Un percorso evolutivo alla portata di tutti: la strada verso il next normal

In conclusione, ecco qualche suggerimento per fare in modo che la digital transformation possa essere assimilata a tutti i livelli organizzativi.

Uno dei bias cognitivi più diffusi è pensare alla digitalizzazione come ad un tema di mera natura tecnologica, un territorio da far esplorare ai nerd dell’impresa o a chi persegue una carriera nell'information technology. Eppure, come sostiene Brian Solis: 

La digitalizzazione è ormai un fenomeno totalizzante per l’impresa e ne coinvolge tutti i processi.
Coinvolgere i CXO in sessioni di crash thinking con startupper potrebbe essere utile al fine di derivare validi insight per orientare gli investimenti futuri.

Quando avete appreso una lingua straniera non vi siete esercitati tutti i giorni, magari anche solo 5 minuti? Lo stesso andrebbe fatto sui temi della digitalizzazione: scegliete una delle infinite autorevoli fonti che il web mette a disposizione e dedicate almeno 5 minuti al giorno all’aggiornamento sui trend della digital transformation. In non molto tempo vi sentirete più confidenti e magari inizierete a scrivere dei post su LinkedIn, se già non lo state facendo.

Quanto vi considerate mobile ready? Per rispondere pensate alle vostre esperienze digitali: come vi accedete più frequentemente, da desktop o da dispositivi mobili? Ricordate che mobile oggi è sinonimo di online e i vostri clienti già lo sono. Quindi se milioni di persone, compresi i vostri figli, hanno adottato nuove forme di comunicazione attraverso app come Instagram e LinkedIn, non ci sono ragioni oggettive perché non lo possiate fare anche vo
Infine, è necessario circondarsi di persone appassionate di futuro per aumentare la propensione all’innovazione dell’impresa, da ogni punto di vista, e per ricercare soluzioni rapide da affinare con la cultura del provare, sbagliare e dell’imparare velocemente per continuare ad andare avanti.

4. Tentacle Magazine: orientarsi nell'oceano digitale

Tentacle Magazine è il nuovo prodotto editoriale di DD ideato in una logica omnicanale per stimolare riflessioni strutturate su come affrontare le sfide indotte dal cambiamento imposto dalla trasformazione digitale, in una prospettiva di globalizzazione che tenga conto degli stimoli e degli impatti da questa derivanti.

Gli articoli proposti coniugano il rigore del metodo con un taglio editoriale fresco, ma sempre incline a mettere in evidenza le implicazioni manageriali che possono essere desunte dai temi trattati.

Il primo numero nasce nel pieno della seconda ondata del coronavirus e non può non tenerne conto. Non mancheranno riflessioni sul settore sanitario e sui trend digitali che ci attendono per il prossimo anno. Guardiamo avanti.

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Andrea Cioffi
Andrea Cioffi

Dottore di ricerca specializzato nei sistemi di misurazione delle performance, in qualità di fondatore e amministratore delegato di DD declina queste competenze in ambito digitale, per sviluppare soluzioni operative finalizzate a supportare le imprese a essere efficacemente presenti nei canali digitali. L’esperienza maturata in ambito digitale ha favorito la creazione di Ihealthyou, startup tecnologica innovativa, specializzata nell’indirizzare persone in cerca di cura verso le strutture più adatte in tutta Europa. È docente di Programmazione e Controllo e di Digital Communication Management presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’esperienza nella didattica ha portato a creare Enjoy Your Learning, un’associazione no profit nata con lo scopo di sperimentare innovazioni didattiche sostenibili. Partecipa ad altre associazioni no-profit di prestigio, come l’International Advertising Association di cui è vicepresidente. Insegna in master universitari ed è autore di diverse pubblicazioni su tematiche manageriali.

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