Digital Influence: influenzare con la propria presenza digitale
Cosa vuol dire sviluppare una Digital Influence? Quali i vantaggi derivanti dalla coltivazione di questa digital soft skill?
DI Chiara Bua / giugno 2024
Tutti siamo stati influenzati da qualcuno: genitori, insegnanti, amici, chiunque sia apparso ai nostri occhi autorevole e degno di fiducia. Oggi, con l’avvento della Digital Transformation (per un approfondimento rimandiamo all’articolo Digital Transformation in Italia: gli impatti sulla competitività futura), le persone, le vendite, le organizzazioni sono sempre più legate a un’influenza che da analogica è diventata digitale. Per questa ragione è utile sviluppare la competenza della Digital Influence.
1. La Digital Influence: essere influente sui canali digitali
Cosa vuol dire? Oggi più che mai ognuno di noi vive nella condizione di poter comunicare a una platea sterminata di individui, questo ci pone nella posizione di poter essere rilevanti per coloro che fruiscono dei contenuti da noi pubblicati. Possiamo utilizzare i canali digitali per costruire la nostra digital presence per e realizzare un’attività di personal branding, ossia mettere in evidenza le nostre competenze e caratteristiche in maniera tale che gli altri ci identifichino come persone autorevoli e di fiducia percependoci come punto di riferimento: una persona, quindi, che esercita la propria influenza digitale sugli altri.“Influenza digitale è la capacità di creare un effetto, cambiare opinioni e comportamenti e guidare risultati misurabili”
— Technopedia
Quello dell’influenza è certamente un tema delicato: essere riconosciuti come influenti da qualcuno non è soltanto motivo di orgoglio e soddisfazione personale, ma anche fonte di responsabilità. Se ciò è vero in un contesto tradizionale in cui l’influenza viene esercitata all’interno di una cerchia più o meno ristretta di persone con le quali si ha un rapporto diretto, spesso accompagnato da una conoscenza personale, lo è ancora di più all’interno del mondo digitale dove la portata dell’influenza di una persona, potenzialmente, non conosce limiti visto che può raggiungere ogni angolo del pianeta connesso a internet.
“Influenzare viene inteso come l'agire in modo determinante sull'animo e sulla volontà altrui”
— Treccani
2. La Digital Influence: principali caratteristiche
Per quale motivo una persona, un professionista, dovrebbe decidere di coltivare una soft skill come la digital influence? Attraverso i social noi creiamo connessioni, possiamo ispirare, forniamo consigli e influenziamo gli altri anche rispetto alla percezione che forniamo di brand e prodotti.Essere efficaci sui canali digitali significa esercitare quest'influenza: qui le persone si informano, sia che si tratti di utenti alla ricerca di un parere o di una delucidazione, che di aziende o professionisti che scambiano informazioni e si aggiornano diventando le une di ispirazione per gli altri (J. Stieglitz e B. Greenwald, Creating a Learning Society, 2014).
In un mondo caratterizzato dall’information overloading trovare figure a cui far riferimento è fondamentale per orientarsi e compiere le proprie scelte, sviluppare la propria competenza di influencer implica:
- Creare di un legame di fiducia - la digital influence permette di creare un legame di fiducia anche con persone che non fanno parte della nostra “reale” cerchia di contatti;
- Incrementare della propria credibilità e visibilità - all’aumentare della fiducia aumenta anche la propria credibilità, e di conseguenza anche la visibilità, soprattutto nel momento in cui chi ripone in noi la sua fiducia si fa nostro portavoce all’interno della propria rete di contatti;
- Estendere della propria rete di contatti - più si è influenti e più la rete di contatti si espande in virtù di un meccanismo che porta le persone all’interno della nostra rete ad amplificare la portata della nostra presenza online e a metterci in contatto con nuove persone.
3. La Digital Influence: gli ambienti dell’influenza digitale
I social network rappresentano il canale per eccellenza quando si parla di digital influence, il loro avvento ha imposto alle aziende di ripensare completamente al loro approccio alla comunicazione e al marketing (Trainor 2012).Oggi, infatti, non esiste una vetrina in grado di diffondere altrettanto rapidamente un messaggio, di renderlo disponibile a così tante persone e offrendo allo stesso tempo la possibilità di interagire con i contenuti condivisi da altri e addirittura di condividerli innescando un meccanismo di propagazione che, in certi casi, può persino diventare virale. I social network, inoltre, sono anche ciò che di più simile esiste nel mondo digitale al concetto di “passa parola” tanto caro al mondo non-digitale e sul quale la costruzione dell’influenza non può non appoggiarsi.
I social, però, non sono tutti uguali e ognuno si presta in modo diverso allo sviluppo di una digital influence da parte di chi li utilizza:
- Facebook - consigliato a coloro che cercano di costruire relazioni e comunità “intime”, da intendersi per lo più come una digitalizzazione di un network già esistente offline;
- Instagram - ideale per coloro che possono puntare in larga parte sulle immagini per esercitare la propria influenza;
- Twitter - consigliato a coloro che cercano di connettersi con un pubblico eterogeneo e vogliono condividere aggiornamenti e ottenere feedback in modo istantaneo;
- LinkedIn - ideale per coloro che vogliono connettersi con altre aziende e che vogliono sviluppare un personal brand esclusivamente incentrato sulla propria dimensione professionale;
- YouTube - consigliato a coloro che si sentono più a loro agio con il mostrare che con lo scrivere e che non temono le luci della ribalta.
Quello della digital influence è sicuramente un tema estremamente attuale e sempre più rilevante. Si tratta di una digital soft skill estremamente strategica, insieme alla virtual communication, per chi vuole sfruttare i canali digitali come luogo per farsi conoscere, e far conoscere il proprio lavoro, da un pubblico sempre più ampio e costantemente alla ricerca di nuove informazioni e di nuovi punti di riferimento in un mondo digitale caratterizzato da quell’information overload in cui siamo ormai immersi.
CHI L’HA SCRITTO?
Chiara Bua
Esponente di spicco del binge-watching da molto tempo prima dell'arrivo di Netflix, non si tira mai indietro quando c'è da scoprire un nuovo ristorante giapponese o una succulenta hamburgheria. È nota al grande pubblico per essere tra le poche persone al mondo ad andare ogni giorno oltre la prima pagina di risultati di Google senza subire danni permanenti al cervello.