Formazione

Formazione aziendale: la smart education di DD

Come innovare la formazione aziendale? Ci pensa DD con il suo modello di smart education che integra diverse metodologie innovative!

DI Chiara Bua / giugno 2024

In un mondo in continua evoluzione anche la formazione aziendale deve viaggiare di pari passo con le innovazioni e i trend più recenti (per un approfondimento su questo tema si rimanda all'articolo Formazione aziendale: tra social network e active learning). E in un mondo in cui siamo bombardati da stimoli di ogni tipo e in cui mantenere alta l’attenzione è sempre più difficile, è ormai impensabile assumere che l’equazione formazione=aula sia l’unica ammissibile.

Ecco perché DD ha sviluppato un modello di smart education all’interno del quale si alternano e si integrano le metodologie di apprendimento più innovative e al passo con la società in cui oggi viviamo.

L’obiettivo? Rendere la formazione aziendale piacevole e coinvolgente oltre che utile e interessante. 

1. La smart education secondo DD

Il modello di smart education sviluppato da DD è strutturato per garantire il massimo della partecipazione attraverso attività formative coinvolgenti. Cosa vuol dire? 

Che la popolazione aziendale coinvolta in un percorso di formazione di questo tipo viene continuamente stimolata alla partecipazione. In questo modo non viene richiesto uno sforzo intenso concentrato in una giornata (la classica giornata formativa in aula da 8 ore) ma un piccolo impegno costante diluito nel tempo grazie, per esempio, all’impiego di una metodologia come il social learning.

Visto che nella società in cui viviamo molti dei format di intrattenimento si sviluppano su dinamiche tipiche dei giochi e dei video giochi - dai partecipanti, ai team, passando per i punteggi, i livelli, i premi e le sfide - perché non portare questo mondo anche all’interno del perimetro aziendale?

Per questo motivo all’interno del modello di smart education di DD il focus dell’apprendimento avanza su differenti livelli per mantenere, come in un gioco, sempre alto l’interesse e la motivazione al completamento.
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Il percorso di apprendimento parte con un assessment iniziale per analizzare il grado di conoscenza dei collaboratori sui temi su cui DD è in grado di supportare le aziende: Digital Trend e Digital Soft Skill.

A questo segue l’attività di classroom: stimolare il confronto sui trend digitali più rilevanti per l’impresa con K-People selezionate. Il social learning, invece, entra in gioco per creare comunità di apprendimento sui digital trends più rilevanti per l’impresa e per garantire un costante aggiornamento a tutta la popolazione aziendale.

Come quarto elemento distintivo, il modello di smart education di DD propone la gamification per diffondere consapevolezza sulle digital soft skills necessarie in un contesto di Digital Transformation e per misurare l’efficacia dell’apprendimento attraverso appositi quiz.

Dopo aver stimolato la partecipazione e il coinvolgimento delle persone, il nostro modello di smart education prevede una vera e propria chiamata alle armi! Grazie alla metodologia dell’active learning, infatti, l’apprendimento diventa attivo sia per generare idee innovative, che per influenzare il comportamento organizzativo verso l’adozione di best practice.

Al termine di questo percorso su più livelli è possibile inserire un secondo e conclusivo momento di assessment per verificare l’efficacia dell’apprendimento, a seguito della quale è possibile ricevere un’apposita certificazione.

2. I 4 livelli in dettaglio

Come si articolano più nello specifico i 4 livelli di apprendimento che compongono il modello di smart education sviluppato da DD?
  • Classroom: momenti di incontro de visu rivolti a gruppi ristretti. La metodologia utilizzata è quella del brainstorming, la pedagogia, quindi, diventa decentrata e orizzontale. Ogni contenuto è uno spunto per confrontarsi e analizzare insieme come il digitale potrebbe impattare la propria realtà di impresa. Il percorso in aula può essere svolto in logica stand alone, seppure è consigliabile integrare i momenti d’aula all’interno di un percorso continuo di carattere blended.
  • Social learning: un percorso di in-formazione continua attraverso un piano editoriale da sviluppare su social network aziendali o su piattaforme proprietarie. Questa metodologia agevola la creazione di comunità di apprendimento sul tema e abbassa le barriere all’apprendimento grazie alla condivisione di contenuti brevi e coinvolgenti, da fruire quando e dove si vuole. Il social learning può essere di supporto alla comunicazione interna. Si consiglia di integrare questa metodologia con la gamification, per misurare l’efficacia dell’apprendimento.
  • Gamification: livelli da superare, punteggi da accumulare, classifiche, attestati e status garantiscono all’attività di apprendimento un maggior livello di engagement. Al crescere della motivazione verso l'apprendimento, infatti, aumenta l’efficacia. La gamification può essere usata come processo di selezione di talenti aziendali da ammettere ad una fase di apprendimento esperienziale.
  • Active Learning: percorsi di apprendimento esperienziali in forma di competizione aziendale, sviluppati attraverso la metodologia didattica del learning-by-doing nella formula dell’hackathon e/o del talent show aziendale. Questa metodologia è efficace sia per generare idee in una logica di open innovation, sia per per promuovere il cambiamento organizzativo. I momenti di active learning possono essere arricchiti dall’utilizzo della tecnologia della virtual reality, per creare momenti didattici immersivi e dall’elevato tasso di engagement.

Come portare l'innovazione e la digital transformation all'interno della propria impresa? Come innovare la formazione aziendale? Ci pensa DD con il suo modello di smart education che integra diverse metodologie innovative!

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Chiara Bua
Chiara Bua

Esponente di spicco del binge-watching da molto tempo prima dell'arrivo di Netflix, non si tira mai indietro quando c'è da scoprire un nuovo ristorante giapponese o una succulenta hamburgheria. È nota al grande pubblico per essere tra le poche persone al mondo ad andare ogni giorno oltre la prima pagina di risultati di Google senza subire danni permanenti al cervello.

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