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Employer Branding

Talent attraction: diventare l’impresa che tutti sognano

Non lasciare i migliori talenti alle altre imprese, se sai che la tua vale di più. Basta un po' di talent attraction.

DI Luca Sesini / luglio 2025

Talent attraction: diventare l’impresa che tutti sognano
8:10

Immagina se la tua impresa fosse il posto dove tutti sperano di lavorare.

Il luogo in cui i migliori talenti si accalcano per entrare e bussano alla porta, mandano email, commentano tutti i post che pubblica. Tutto questo perché la ritengono interessante.

Ora, questa visione si perde un po’ nell’iperbole, ma è esattamente il beneficio a cui puntano  le realtà che investono nella talent attraction.

Come si rende un’impresa attraente? Quali sono le leve che oggi bisogna considerare?
È tutto in questo articolo.

Leggi tante altre cose belle

CHE ASPETTI?

1. Cos’è la talent attraction

Risposta breve: è la capacità, da parte di un’impresa, di mostrarsi attraente verso talenti esterni all’organizzazione. Non che questa definizione sia errata, ma cerchiamo di articolarla meglio.

Pensa alla talent attraction come il termometro che misura quanto un’impresa è brava a trasmettere i propri valori, quanto è in grado di esprimere la mission, la vision e mantenere vivi (e autentici, soprattutto) i canali centrali per la sua strategia di employer branding.

Il tutto allo scopo di invogliare figure professionali ritenute interessanti a conoscere l’impresa e, perché no, magari anche a lavorare lì.

Ora riprendiamo la definizione in apertura e aggiungiamo queste ultime righe.
Possiamo dire che la talent attraction riguarda attrarre i talenti, ma non bisogna impostarla secondo una logica push.
L’impresa non è un prodotto da mettere in vetrina come un rasoio anni Sessanta, accompagnato da una lunga didascalia che ne elogia le qualità.

La talent attraction gioca su una logica pull, significa costruire relazioni con i talenti, mostrarsi affini ai loro interessi, coltivare un rapporto e fare in modo che l'attrazione verso l’impresa parta da loro.

Come si raggiunge tutto questo? Sapendo come (e dove) applicare la talent attraction.

2. L'inizio è la parte più importante del lavoro

Il primo passo per attrarre i talenti giusti (e farlo bene) è sapersi raccontare.

Esattamente come un candidato che redige accuratamente il suo CV, anche l'impresa deve essere sicura di mantenere vivi e coinvolgenti i punti di contatto con i profili che ritiene interessanti.

Primo fra tutti, il sito web.

La divulgazione dei valori parte proprio da qui: un'impresa che attrae talenti deve, innanzitutto, contare su una narrazione coinvolgente orientata sulla sua identità , la missione per cui esiste, la visione e i benefici in termini di welfare che offre

Hai già letto i nostri valori?

Soprattutto oggi (e ne parleremo meglio qualche riga più sotto) conoscere e condividere i valori dell’impresa incide sulla valutazione dell'attrattività di un'azienda da parte delle persone, in particolare le nuove generazioni.

Dal sito si passa poi ai touchpoint social, professionali e non (sì, anche TikTok può essere utile per la talent attraction).

Su queste piattaforme, la logica pull di cui hai letto poco fa si riesce ad applicare con ancora maggiore chiarezza. 

L’impresa qui può coltivare relazioni con figure professionali d’interesse, mostrare la propria autorevolezza pubblicando contenuti su di sé, sui progetti che sta sviluppando e su tematiche ritenute interessanti dal pubblico a cui ci si vuole rivolgere.

Applicare le logiche della talent attraction sui social significa quindi costruire un network di relazioni durature nel tempo con persone che, grazie ad esso, riescono a conoscere l’impresa in modo più personale.

E qui torniamo a quell’interesse genuino che risulta molto utile quando un’impresa vuole attrarre profili validi, soprattutto se compete con giganti del settore e l’offerta economica, di certo, non è una leva su cui puntare tutto.

3. Tutti facciamo parte di una storia aziendale

I canali istituzionali, però, hanno sempre un ostacolo da superare.
Possono essere belli, anzi, devono esserlo, ma si scontrano con il mulino dell'autoreferenzialità

Ciò che incide davvero sulla capacità di attrarre talenti nelle strategie di talent attraction sono i dipendenti. Della serie: tu puoi affermare di essere molto interessante, ma se altre 30 persone confermano la stessa cosa, capisci che sarà più facile crederti.

Questo cosa vuol dire? Bisogna applicare strategie di employee advocacy quando si lavora sulla talent attraction per dare all’impresa quel tocco di autenticità che rende più credibile ciò di cui parla. 

Certo, pubblicare certificazioni che comprovano il benessere dell’impresa attraverso propri touchpoint social è utilissimo, ma resta comunque una narrazione patinata.
L’impatto umano che i post dei dipendenti hanno sull’attrattività di un’azienda, invece, aggiunge allo storytelling l’entusiasmo, l’interesse e l’impegno delle persone che si trovano dietro alla mission e alla vision di cui parlavamo prima. 

Ancora una volta, sulla talent attraction incide la relazione, in questo caso tra il dipendente e l’impresa stessa.

4. Consiglieresti questa realtà a un tuo amico?

Arrivati fino a qui, abbiamo visto come la talent attraction dipenda sia dal modo in cui l’impresa racconta se stessa, sia dal ruolo dei dipendenti nel rendere questa narrazione autentica.
Ma a questo puzzle manca un pezzo: la candidate experience.

Già, anche le persone che stanno affrontando il processo di recruiting e hanno trovato l’impresa attraente in passato possono influire sulla capacità di attrarre nuovi talenti.

E questo grazie a piattaforme come Indeed e Glassdoor che possono diventare un utilissimo strumento passivo di talent attraction, se le persone parlano bene dell’impresa. 

Talent attraction

5. Talent Attraction e generazioni

I talenti hanno un’età. E oltre l’età, hanno obiettivi. E spesso, età e obiettivi vanno di pari passo.

Generazione Z e Millennial hanno completamente cambiato i criteri con cui si valuta l’attrattività di un’impresa.
Oggi non basta più lo stipendio, o la macchina aziendale. 

Serve raccontare e dimostrare che lavorare in quell'impresa non porta al burnout, ma si adatta anche alle logiche del work-life balance.

Facciamo un esempio: secondo la ricerca Talent Trends 2025, il 54% delle persone (soprattutto tra i più giovani) cambierebbe lavoro se venisse tolta la possibilità di fare smart working.

Questo cosa significa? Nella maggior parte dei casi, la sicurezza dello stipendio passa in secondo piano, se le modalità di lavoro non si adattano alle esigenze individuali.

Wellbeing e flessibilità sono quindi valori che vanno inclusi e raccontati nelle strategie di talent attraction, ma non sono gli unici.

Per le nuove generazioni è fondamentale anche sapere che l’impresa investe nel formare i propri dipendenti, permettendo di maturare nuove competenze

Poi certo, arriva lo stipendio, ma non è più sinonimo di stabilità, perché le nuove generazioni tendono spesso al job hopping: dopo qualche anno, cambiano facilmente azienda, ecco perché la retribuzione non è più considerata così importante, almeno sul lungo periodo.

E così siamo arrivati alla fine di questo articolo: cosa ti porterai a casa?
Sicuramente il fatto che la talent attraction è uno sforzo collettivo.

Conta come l'azienda riesce a raccontarsi e rendersi interessante agli occhi dei talenti.
Conta il ruolo dei dipendenti nell'arricchire il racconto con momenti genuini.
Conta molto anche come viene gestito il processo di recruiting.

Insomma, è un percorso che prevede diverse tappe e molta, molta attenzione.

Ma, oltre agli sforzi, ormai sai anche quali grandi benefici si ottengono, se un'azienda applica una strategia di talent attraction come si deve.

Ne parliamo davanti ad un caffé?

VAIIII

CHI L’HA SCRITTO?

Luca Sesini
Luca Sesini

Da sempre sotto la Madonnina, ma con il sogno nel cassetto di aprire la finestra sul fruscio delle onde. Laurea in copywriting, anche il master: alla fine, era sicuro che la scrittura sarebbe stata compagna di giochi (e di vita). Oltre a questo? Aperitivi, un po’ di Elvis e ridere come medicina quotidiana.

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