Employer Branding / Employability
Employee journey: quali sono le principali fasi
L'employee journey racchiude tutte le varie fasi che caratterizzano la relazione tra un professionista e un'impresa datrice di lavoro. Scopri di più.
DI Redazione / ottobre 2024
Se per il marketing e la comunicazione si parla del cosiddetto customer journey, nell'employer branding ci si riferisce invece al concetto di employee journey. In un mondo del lavoro sempre più competitivo per le aziende, presidiare in modo efficace un employee journey è un elemento chiave per riuscire a posizionarsi come validi datori di lavoro.
Ma cos'è l'employee journey e quali sono le sue fasi? Sei nell'articolo giusto per scoprirlo.
1. Cos'è l'employee journey
Come abbiamo anticipato, l'employee journey assomiglia al customer journey tipico del marketing dei prodotti e servizi ma si riferisce al viaggio che un professionista svolge durante tutta la durata del rapporto con un'impresa considerata come datore di lavoro.
Va da subito sottolineato come questo percorso non sia un insieme di procedure formali e burocratiche che formalizzano il rapporto di collaborazione. Certamente, ci saranno anche questi punti di contatto ma non sono quelli che definiscono l'employee journey nella sua complessità. Infatti il viaggio del dipendente nasce e si sviluppa grazie a una serie di contatti e interazioni che prescindono e superano i bisogni contrattuali. L'obiettivo dell'employee journey è quello di creare una relazione arricchente tra datore di lavoro e professionista, considerando la persona in senso olistico.
Il concetto di employee journey, inoltre, non è sovrapponibile a quello di employee experience. Quest'ultima infatti è l'esperienza che il professionista vive durante la sua relazione in impresa, mentre l'employee journey è un percorso più ampio che comprende sia la fase in cui è ancora solo un candidato, sia quella durante la quale si ha la cessazione della collaborazione.
L'employee journey è un vero e proprio processo continuo che integra diverse tappe le quali segnano momenti chiave. Scopriamo insieme le fasi dell'employee journey.
Fase 1: Recruting
La prima fase è quella del processo di recruiting. Il professionista è ancora solo un candidato potenziale che potrebbe aver sviluppato il bisogno di cambiare lavoro - ricerca attiva - oppure può essere contattato direttamente dal team di talent acquisition o dagli head hunter - ricerca passiva.
Dall'altro lato l'impresa ha una posizione vacante che desidera colmare con l'inserimento di un nuovo professionista. Ma non solo: le imprese che hanno un'ottima employer branding reputation potrebbero ricevere anche delle candidature spontanee per posizioni che ancora non sono aperte.
A prescindere che sia ricerca attiva o passiva, da entrambi i protagonisti, questa prima fase dell'employee journey si caratterizza per la manifestazione del primo contatto tra professionista e impresa.
Fase 2: Processo di selezione
In questa seconda fase dell'employee journey impresa e candidato iniziano a intessere una relazione e a conoscersi. É importante non dimenticare come, più che mai oggiogiorno, il processo di selezione non è solo da parte dell'impresa, ma anche del professionista. Oggi i lavoratori sono sempre più esigenti, approfondiscono la cultura aziendale in diversi canali e valutano le recensioni online.
I colloqui hanno la funzione di valutare se gli obiettivi dell'organizzazione e del professionista collimano, ma anche se si ha il giusto fitting a livello valoriale e di competenze.
Fase 3: L'assunzione e l'onboarding
Da questo momento in poi, il professionista passa da essere un candidato a essere un collaboratore: c'è stato l'inserimento in azienda!
In questa fase, il dipendente si aspetta di essere adeguatamente supportato, capire le dinamiche della sua posizione, conoscere i colleghi e ambientarsi. Dall'altro lato, l'impresa si auspica che il professionista riesca a ottenere gradualmente un'autonomia sempre maggiore.
Ti piacerebbe approfondire questo tema? Leggi l'articolo dedicato: Guida Pratica alla New Employee Onboarding Experience.
Fase 4: Sviluppo e coinvolgimento
Tipicamente la fase più lunga, racchiude la quotidianità delle attività operative e non del dipendente. In questa fase, professionista e organizzazione hanno una relazione sempre più consolidata. Da un lato, l'impresa deve concretizzare tutti i fattori che ha promesso nell'employee value proposition, come: percorsi di carriera, piano di sviluppo, erogazione di benefit e strutture di compensazione. Dall'altro lato il dipendente deve sviluppare nuove competenze e dimostrare di portare un valore aggiunto nell'organizzazione.
Oltre allo sviluppo della professionalità, è fondamentale per le imprese anche stimolare il coinvolgimento del dipendente. Il coinvolgimento non è solo la "semplice" soddisfazione lavorativa ma l'entusiasmo e la volontà di essere una figura attiva nel perseguimento degli obiettivi aziendali. Come stimolare il coinvolgimento? Alcuni elementi chiave:
- avere un ambiente di lavoro positivo,
- favorire la collaborazione e le attività di team building,
- riconoscere e celebrare i risultati,
- valorizzare i dipendenti,
- definire strategie di employee advocacy;
- ascoltare periodicamente i bisogni favorendo il benessere.
Fase 5: L'uscita
L'uscita dall'impresa è una fase che, prima o poi, dovrà avvenire - che sia per licenziamento, conclusione di un mandato o pensionamento. Si tratta di una fase molto delicata in quanto la cessazione di una relazione può comportare degli attriti.
Per evitare ciò, è fondamentale impostare questa fase con totale trasparenza da ambo le parti: dipendente e impresa dovrebbero scambiarsi dei feedback costruttivi per capire come migliorare sempre di più. In un mondo del lavoro sempre più conversazionale, riuscire a gestire al meglio quest'ultima fase significa ottenere in cambio un vero e proprio brand ambassador.
L'employee journey è lungo e variegato, ma se presidiato al meglio permette di arricchire tanto il professionista, quanto l'impresa. Nella definizione di una strategia di employer branding è un elemento imprenscindibile.
CHI L’HA SCRITTO?
Nella redazione di Dici Davvero?! ci sono persone che non amano mettersi in mostra: scrivono come ghostwriter e si impegnano al massimo per offrirti contenuti di qualità, pur scegliendo di restare dietro le quinte.