
Cosa significa essere Employer of Choice?
Vuoi essere un employer of choice? Scopri come costruire un ambiente di lavoro desiderabile e diventare la meta più ambita dai professionisti!
DI Cristina Arbini / marzo 2025
1. L'evoluzione del concetto di Employer of choice
Ma cosa serve davvero per farsi scegliere? Negli anni ’90, offrire uno stipendio competitivo e qualche benefit era più che sufficiente per essere considerati un ottimo luogo di lavoro in cui restare fino alla pensione. Oggi, però, le cose sono cambiate. Le persone cambiano lavoro più spesso di prima e hanno molte più aspettative, che possono variare significativamente non solo a partire dalla famiglia professionale nella quale si identificano, ma anche a seconda dell’età e del genere, della provenienza geografica, delle scelte personali e della fase della vita in cui una persona si sta trovando.
Recenti ricerche ci ricordano ad esempio che, mentre Millennials e GenZ cercano welfare aziendale e un sano equilibrio fra vita privata e lavorativa, la GenX attribuisce maggiore importanza a compenso e benefit.
Fortunatamente ci sono anche elementi apprezzati dalla maggior parte dei lavoratori, come la cultura aziendale inclusiva, le opportunità di crescita professionale e la flessibilità. Nel rapporto di Deloitte del 2024, si evidenzia che ben il 75% dei professionisti considera la possibilità di lavorare da remoto un fattore chiave nella scelta del datore di lavoro ideale.

2. Definisci i talenti che vuoi attrarre
Cercare di attrarre tutti, però, è come pensare di ottenere recensioni da cinque stellette con una sola pizza: impossibile!
Per essere un vero employer of choice (e con “vero” intendiamo autentico e non solo di facciata), è fondamentale capire chi sono i tuoi candidati ideali. Questo può passare dalla creazione di candidate personas dettagliate - in parole povere, rappresentazioni delle tipologie di professionisti che si desidera attrarre. Per un’azienda tech, ad esempio, potrebbero essere giovani sviluppatori appassionati di innovazione che parlano su siti specifici e si informano tramite certi mezzi di informazione; se sei una società di consulenza, invece, professionisti con esperienza internazionale, capaci di operare in contesti complessi e strutturati.
Definire il proprio target di riferimento è fondamentale non solo per conoscere in profondità i profili che si stanno ricercando e le loro preferenze, ma anche per comprendere i propri punti di attrazione e di distanza rispetto ai loro desiderata. Non serve essere un match al 100% per far scattare l’amore, ma condividere i valori più importanti sicuramente sì.
Promettere mari e monti e poi offrire solo una pozzanghera può danneggiare gravemente la tua reputazione - non solo esternamente ma anche internamente, dal momento che i propri dipendenti sono i primi a notare discrepanze tra ciò che viene comunicato e la realtà quotidiana. Un disallineamento può portare a insoddisfazione, aumento del turnover e feedback negativi. Secondo un interessante rapporto di Randstad del 2023, il 60% dei dipendenti che percepisce una mancanza di autenticità nella comunicazione aziendale considera di lasciare l’azienda entro l’anno successivo.
3. Una strategia di comunicazione adatta al tuo target
Una volta individuato il tuo pubblico e cosa potrebbe piacergli, è il momento di parlare la sua lingua. La comunicazione deve essere su misura: il tono, i messaggi e i canali utilizzati devono risuonare con il pubblico desiderato. LinkedIn, ad esempio, è una piattaforma potente per raggiungere professionisti qualificati, ma per aumentare le interazioni con i potenziali candidati occorre condividere regolarmente contenuti autentici e coinvolgenti.
Un esempio pratico è Sisal, che utilizza il suo blog Inside per condividere storie dei dipendenti, offrendo una visione trasparente della cultura aziendale e attirando talenti in linea con i propri valori.
Coinvolgere attivamente i propri dipendenti nel comunicare e nel promuovere l’ambiente di lavoro, tra l’altro, è un’ottimo modo per dare vita a un’immagine aziendale concreta e autentica. Secondo un’indagine di Edelman, è da circa vent’anni che i pari livello vengono ritenuti più affidabili rispetto ai vertici aziendali, alle istituzioni, ai media - e anche nel 2024 questo trend è stato confermato. I candidati si fidano delle testimonianze dei dipendenti attuali più di qualsiasi altra fonte di informazione sull’azienda.
Molte aziende hanno attivato programmi di employee advocacy a supporto della comunicazione esterna, ma sicuramente l’esempio più innovativo in tal senso lo offre Deloitte, che ha assunto Lara Sophie Bothur come influencer interna a tempo pieno. I suoi post su LinkedIn ricevono un coinvolgimento significativamente maggiore rispetto ai post tradizionali dell’azienda, dimostrando l’efficacia di una voce autentica e personale che proviene dall’interno.
Diventare un employer of choice non è un gioco da ragazzi, ma con la strategia e i partner giusti può diventare una bellissima sfida da affrontare in modo innovativo e originale. Ci lavoriamo insieme?
CHI L’HA SCRITTO?

A tre anni ha scoperto il potere di fare le domande giuste per scoprire il mondo e non si è mai fermata. Laureata in Filosofia, è sopravvissuta a cinque anni di “e poi dopo cosa farai?” trasferendosi a Dublino e iniziando la sua carriera in LinkedIn, dove è rimasta per nove anni. Appassionata di comunicazione, employer branding e digital, quando non lavora in DD potresti trovarla a fare career coaching pro bono, a bere un bicchiere di vino o a pianificare il prossimo viaggio. Uno dei suoi assi nella manica è mantenere la calma in ogni situazione.