Problem solving skill: quali sono
Scopri l'importanza del problem solving e come sviluppare efficaci skill per affrontare le sfide quotidiane.
DI Redazione / agosto 2024
Il problem solving, letteralmente risoluzione di problemi, è un processo che implica un’ampia gamma di competenze, molte più di quante non si immagini. Alcune vengono applicate in modo automatico, quasi inconsapevole. Altre richiedono allenamento, controllo e consapevolezza.
Ma andiamo con ordine.
1. Cos’è il problem solving e perché è importante
Nel nostro articolo Problem solving: cos’è e come svilupparlo abbiamo preso in analisi diverse definizioni di problem solving, fornite da filosofi e autori quali Popper, Newell e Simon. In generale il problem solving si può ricondurre all’insieme delle tecniche e delle metodologie necessarie all'analisi di una situazione problematica allo scopo di individuare, perseguire e concretizzare la soluzione migliore.
Oggi viviamo tempi molto complessi e in costante evoluzione. Basti pensare che il World Economic Forum stimava nel 2020 che circa il 50% di tutti i lavoratori ha bisogno di aggiornare e riqualificare le proprie competenze entro il 2025. Secondo lo stesso articolo, le skill di critical thinking e problem solving erano in cima alla lista delle competenze che cresceranno di importanza entro il 2025.
2. Problem solving Skill: quali concorrono a un problem solving efficace
Il problem solving si propone come un processo complesso, organizzato su più livelli e caratterizzato da diverse sfaccettature. Come tale non si esaurisce in un elenco di problem solving skill da affinare. Al contrario, vi sono una molteplicità di abilità che contribuiscono a dare origine ad un problem solving efficace.
Eccone un elenco di importanti "problem solving skill":
- Ricerca e analisi: il problem solver, così come un investigatore, inizia il proprio processo di risoluzione dei problemi dalla ricerca di indizi che lo aiutino a crearsi una rappresentazione mentale più dettagliata possibile del problema. Uno a uno gli indizi vengono presi in analisi e assemblati in modo da comporre il problema.
- Ascolto attivo: implica predisporsi ad un ascolto reale, concentrandosi sul proprio interlocutore, comprendendone le parole. Le argomentazioni dell’altro in questo modo sono assimilate, fatte proprie e originano risposte ponderate e radicate nel contesto. L’ascolto attivo è un presupposto fondamentale per un problem solving calato nella situazione, che vada a corrispondere pienamente il problema che si ha di fronte. L’ascolto attivo e l’attività di ricerca sono due skill preliminari alla risoluzione di problemi, essenziali per avere contezza del problema con cui si ha a che fare.
- Creatività: pensiero divergente e capacità di adottare un punto di vista diverso sono due punti fondamentali. Risolvere un problema spesso significa abbandonare il tracciato per avventurarsi in modalità di gestione della situazione inesplorate.
- Team building: se è vero che due è meglio di uno è essenziale circondarsi delle persone giuste per fare fronte, come una sola persona, al problema in essere. Questo significa avere più occhi puntati sul problema, più cervelli in moto, più creatività innescata etc.
Oltre alle problem solving skill da affinare è necessario avere il giusto mindset!
Secondo McKinsey problem solver non si nasce. Lo si diventa se si sviluppano i sei mindset del problem solver di successo.
- Curiosità: il problem solver deve farsi guidare la dalla curiosità. Ciò significa che un problema non è solo un problema, bensì un insieme di elementi, di anfratti, di zone indefinite da scoprire. Inoltre la curiosità lo spinge a continuare a interrogarsi, senza accontentarsi della prima soluzione che trova.
- Tollerare l’ambiguità: vale a dire rimanere calmi anche quando dopo una notte insonne di tentativi ed errori si deve ricominciare da capo a cercare una soluzione praticabile. La ricerca ha mostrato inoltre che siamo più efficaci quando si ragiona in termini di probabilità piuttosto che di certezza.
- Sguardo a 360° gradi: il problem solver deve avere degli occhi simili a quelli delle libellule, fatti di mille piccole lenti per mettere a fuoco il problema, poiché spesso un segreto è svelato solo se approcciato più volte e da più prospettive.
- Reiterare i comportamenti vincenti e continuare a sperimentare: quando c’è carestia di soluzioni è il momento di crearne una nuova. Un processo di problem solving che fa il suo dovere è quello in cui il rischio è benaccetto, l’esperimento è la prassi, i dati necessari sono creati, i comportamenti virtuosi vengono ripetuti e la ricerca è continua.
- Attingere all'intelligenza collettiva: pensare che le persone con cui stiamo cercando di risolvere un problema siano le più intelligenti, le più smart, le più in gamba è una visione miope. Problem solving che funziona e che impatta positivamente sulla situazione significa riconoscere la necessità di attingere a conoscenze che vanno al di là dei propri collaboratori più stretti. Il crowdsourcing potrebbe essere una soluzione: attingere al sapere collettivo pescando dalla folla chi potrebbe avere una soluzione migliore della propria.
- L’approccio "mostra e racconta": mostrare concretamente l’impatto che un problema può avere permette di “vivere” il problema, di sentirlo come proprio e quindi di ricercare una soluzione in modo proattivo. Questo approccio mira a creare un senso di urgenza che diviene la benzina per il problem solving.
3. Come valutare il problem solving
La natura dei problemi può essere molto varia e variegata: si spazia dal problema pratico, al problema tecnico, problemi qualitativi, quantitativi, relazionali, di business etc. Per questo motivo è difficile stabilire dei KPI rigidi e univoci per quantificare se si è applicato un problem solving efficace. La letteratura stessa sull’argomento è varia e frammentata.
Nell’ambito di un colloquio di selezione spesso il problem solving di un candidato viene valutato sulla base della risposta alla domanda “Mi racconti una situazione in cui ha dovuto gestire un problema complesso. Come lo ha gestito?”. Inutile dirlo, questo non è l’unico modo, l’unica domanda rivelatoria di un problem solving vincente.
Una delle strade percorribili per valutare il problem solving consiste nel porsi delle domande di controllo e darvi una risposta.
Ecco alcuni esempi di domande di verifica:
- Nel tentativo di risolvere questo problema, cosa è andato bene e cosa è andato storto?
- Rispetto ad altre soluzioni applicate, come si colloca questo specifico processo di risoluzione?
- La stessa soluzione potrebbe essere utilizzata anche in altri contesti?
- La soluzione raggiunta è davvero la migliore soluzione pensabile e ottenibile?
Ed eccoci arrivati alla conclusione dell'articolo. I problemi che ogni essere vivente affronta ogni giorno sono vari, impensabili e talvolta sorprendenti. Spesso sono molto complessi da gestire (ovviamente, altrimenti che problemi sarebbero?) eppure non bisogna farsi prendere dallo sconforto.
Allenando di giorno in giorno le competenze critiche che abbiamo citato e adottando un mindset nuovo è possibile sviluppare un problem solving infrangibile, ideale per fare fronte alla maggioranza delle situazioni.
CHI L’HA SCRITTO?
Nella redazione di Dici Davvero?! ci sono persone che non amano mettersi in mostra: scrivono come ghostwriter e si impegnano al massimo per offrirti contenuti di qualità, pur scegliendo di restare dietro le quinte.