Che cosa si intende per Leadership?
Quali sono le caratteristiche chiave di un buon leader? Quali sono le differenze tra leadership e management? Scoprilo leggendo il nostro articolo dedicato
DI Giada Capoferri / luglio 2024
Stiamo vivendo un’era di sfide e opportunità senza precedenti.
La crisi climatica, le emergenze sanitarie globali, la globalizzazione e i progressi tecnologici stanno ribaltando i bisogni primari delle persone e delle organizzazioni.
L’orientamento alla massimizzazione, che per decenni ha caratterizzato la sfera imprenditoriale, ora risulta inefficiente. La diffusione su larga scala della “great resignation” e la richiesta sempre più insistente di mansioni centrate sul work-life balance, sono solo alcuni dei fenomeni a cui le aziende stanno cercando di dare risposta.
Di recente i ricercatori di McKinsey & Company hanno rivelato che si sta facendo sempre più strada tra gli ambienti lavorativi una nuova strategia gestionale, indirizzata a incrementare la motivazione, l’ingaggio e il coinvolgimento nelle persone.
Favorire il passaggio a modelli organizzativi che permettano di trattenere i talenti e di riuscire a sopravvivere di conseguenza all’interno di un mercato sempre più instabile e competitivo, non è cosa da poco. È necessario infatti adottare il giusto mindset e il giusto stile di leadership con cui guidare il sistema aziendale. Nel seguente articolo parleremo proprio di leadership!
1. Significato, definizione e modelli di leadership
Leadership è una parola molto utilizzata nel gergo quotidiano ma difficile da definire, a causa del fatto che assume significati diversi a seconda di chi la usa. Per mettere ordine alle idee, si definisce leadership:
Un insieme di comportamenti utilizzati per aiutare le persone ad allineare la propria direzione collettiva, a eseguire piani strategici e a rinnovare continuamente un’organizzazione.
Numerosi sono i modelli in letteratura che hanno cercato di analizzare la figura del leader: dalla “teoria del Grande Uomo” e la “teoria dei tratti”, che consideravano tale abilità un’attitudine innata, si è passati nel corso del tempo, mediante modelli più recenti come quello della “contingenza” e della “leadership situazionale”, a credere che anche le variabili situazionali e le esperienze vissute giocano un ruolo importante.
La leadership dunque è innata o può essere appresa?
Riportando le parole di Henry Mintezberg:
Leadership, like swimming, cannot be learned by reading about it.
La leadership è un po’ come nuotare, non puoi impararla dai libri. Alla fine, devi entrare in acqua.
Sono quindi le azioni e le competenze di una persona a conferirle capacità di leadership, sebbene debba esserci una propensione di fondo che abiliti e non ostacoli lo sviluppo di tali comportamenti. Nel pratico nessuno sarà mai un grande comunicatore se è convinto di non essere bravo a comunicare.
Proprio perché ogni leader ha una personalità e un bagaglio di esperienze che influenzano le sue azioni, non bisognerebbe parlare di leadership al singolare, bensì al plurale. Esistono infatti differenti tipologie di leadership che possono essere mixate fra loro e utilizzate a seconda delle situazioni in cui ci si trova.
La leadership può essere...
- autoritaria
- autoritativa
- delegativa o laissez-faire
- affiliativa
- partecipativa
- orientata alle prestazioni
- da coach
- trasformazionale
- transazionale
2. Le caratteristiche chiave di un buon leader
Cosa permette ad alcune persone di brillare nel guidare i team? Sono 8 le caratteristiche principali che una persona deve avere per avere successo nel campo della leadership:
- Affronta le sfide e trova soluzioni efficaci. Il problem solving è uno degli strumenti che non deve mai mancare nel bagaglio di un leader. Questo infatti gli permette di mantenere un atteggiamento di flessibilità nei confronti dei cambiamenti e di risolvere in modo strategico qualsiasi problema che quotidianamente si propone. Viste le potenzialità di tale strumento, è quindi fondamentale che questo non solo venga padroneggiato dal leader stesso, ma anche dall’intero gruppo.
Per saperne di più sulle tecniche di problem solving e su come svilupparle leggi il nostro articolo: “Problem Solving: cos’è e come svilupparlo”.
- Comunica in maniera efficace. Uno dei pilastri su cui si fonda qualsiasi team di successo è proprio la comunicazione, che deve essere chiara e precisa. Inoltre solamente trasmettendo e condividendo con l'intera azienda la visione d’insieme e quali sono gli scopi da raggiungere, è possibile fare in modo che le persone, sentendosi maggiormente coinvolte nei processi decisionali e in ciò che accade, performino meglio e collaborino di più.
- Ascolta attivamente. Perché il processo comunicativo sia forte ed efficace, deve esserci ascolto attivo. Per essere un buon leader bisogna avere una predisposizione all'ascolto. Le persone diventano parte integrante della squadra e dell’impresa, condividendone di conseguenza i valori e i successi, quando si sentono comprese, ascoltate e rispettate nei loro bisogni ed esigenze più profonde e sentono prese in considerazione le loro idee e opinioni. Mostrare inoltre un atteggiamento di apertura al confronto e al feedback, permette di aumentare, oltre al senso di appartenenza, anche la creatività, la collaborazione e la motivazione nella squadra.
- Esprime empatia e intelligenza emotiva. L'intelligenza emotiva è una competenza che comprende la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le emozioni sia proprie che altrui. Un leader è qualcuno che non comanda e dirige, ma piuttosto che ispira e guida, e proprio per questo tra i suoi compiti vi è quello di prendersi cura di chi ha di fronte. In che modo? Mostrando empatia e connettendosi a livello emotivo e intellettuale, così da comprenderne le esigenze e i bisogni, i punti di forza e quelli che necessitano di miglioramento. I risultati possono essere solo che positivi: sviluppo di relazioni fondate sulla fiducia, sul rispetto e supporto reciproco, risoluzione dei conflitti e miglioramento della comunicazione interna.
- Crea un ambiente di lavoro stimolante. È una realtà riconosciuta che i dipendenti che si sentono motivati e soddisfatti tendono a essere più produttivi e a svolgere il loro lavoro in modo più efficace, impattando direttamente sui livelli di produttività e di redditività dell’impresa. Ecco perché è centrale impegnarsi a creare un ambiente che sia il più possibile sereno e stimolante, dove le persone si percepiscano come valorizzate e ingaggiate nel successo aziendale, perché motivate a dare sfogo alla propria creatività, vista come un valore aggiuntivo.
- Delega il lavoro. Un buon leader non si fa carico del lavoro altrui. Riconosce le competenze degli altri e distribuisce di conseguenza il lavoro nella maniera più funzionale, favorendo l’autonomia, la crescita individuale e il senso di appartenenza.
- Trasmette carisma e passione per il proprio lavoro. Due dei tratti più distintivi, forse i principali, della leadership sono sicuramente l’essere carismatici e il possedere una visione chiara e precisa del futuro. Un leader infatti è colui che attrae e influenza, trasmettendo la propria energia e passione per quello che fa a chi gli è attorno, che ora si sente ispirato e motivato a dare il massimo di sé. Non teme a ribaltare lo status quo del presente per guidare verso un futuro raggiante il gruppo.
- Crea sinergie e costruisce relazioni basate sulla collaborazione e il supporto reciproco. “Se vuoi andare veloce cammina da solo. Se vuoi andare lontano cammina con gli altri” dice il proverbio africano. Sebbene si possa pensare che l’uomo sia naturalmente propenso a lavorare in gruppo, si sta commettendo un errore. In questo senso chi guida deve assumere le sembianze di un facilitatore di relazioni, che risolve i conflitti e fornisce supporto continuo nello svolgimento delle attività quotidiane. Lavorare in sinergia permette di accrescere i livelli di fiducia in sé stessi, nel proprio lavoro e nei colleghi, che sono visti ora come fedeli compagni per superare ostacoli e raggiungere obiettivi che altrimenti risulterebbero impossibili se perseguiti individualmente.
3. Leadership vs. Management: le differenze distintive
I bravi manager non devono essere necessariamente grandi leader e i leader non sono sempre esperti manager. Nonostante le figure del manager e del leader vengono frequentemente sovrapposte e/o confuse, hanno, in realtà, ruoli differenti con specifiche competenze.
Quale è la differenza tra leadership e management? La leadership, come espresso sopra, è “un insieme di comportamenti utilizzati per aiutare le persone ad allineare la propria direzione collettiva, a eseguire piani strategici e a rinnovare continuamente un’organizzazione”; mentre il management è “l'arte di gestire e coordinare risorse e persone per raggiungere gli obiettivi prefissati. È un insieme di competenze pratiche e tecniche che riguardano l'organizzazione del lavoro, la pianificazione strategica, il controllo delle performance e la gestione delle risorse”.
Questa distinzione sottolinea come la leadership si occupi più del "cosa" e del "perché", mentre il management si concentri sul "come" e sul "quando" per conseguire risultati tangibili.
Riassumendo dunque il leader è colui che ispira, motiva e decide la “rotta” da seguire; mentre il manager è quel professionista che, svolgendo un ruolo più operativo, guarda la mappa e dà una direzione. Nonostante le differenze, entrambe le figure sono fondamentali e complementari per il successo e la crescita aziendale. Trovare il giusto equilibrio tra questi due aspetti è quindi cruciale.
In conclusione, si potrebbe affermare che mentre un manager si concentra principalmente su come "far fare le cose", un leader è colui che ispira e motiva le persone in modo che desiderino sinceramente farle.
CHI L’HA SCRITTO?
Come dico sempre “con la mente a lavoro in città, ma con il cuore in montagna, con i miei cani Topo e Anubi”. Nel cassetto giace il sogno di aprire un rifugio in cui vivere circondata da stambecchi e marmotte e lasciare il cuore ad ogni alba e tramonto. Nel frattempo, da buona psicologa quale sono, cerco di comprendere cosa passa per la testa delle persone che scelgono volontariamente di alzarsi alle 4 di mattina nel weekend per faticare a raggiungere una misera croce in vetta. Per ora, io ne ho raggiunte 50.